Prova…superata! Il volontariato e la giustizia riparativa
L’esperienza dell’associazione R.O.S.S. di Siracusa con i progetti di messa alla prova.
“Invito tutti i volontari a impegnarsi nei progetti di messa alla prova, è la maniera più concreta e tangibile di fare del bene a qualcuno attraverso il volontariato e di restituire alla società una persona, con gesti semplici e senza grosse difficoltà”.
Sono le parole decise di Carmelo Bianchini, presidente dell’associazione di protezione civile R.O.S.S. (Reparto Operativo Soccorso e Solidarietà). L’Associazione nasce nel 1999 e opera principalmente nel territorio di Siracusa e provincia, con una buona esperienza anche sul territorio regionale e nazionale nel volontariato di Protezione Civile.
Prevenzione e soccorso, volontariato in emergenza, trasporti e impegno in ambito sanitario. Sono questi gli ingredienti di una formula che garantisce un servizio attivo sul territorio da ben 25 anni. Con queste premesse Carmelo ha avviato già dal 2017 diversi progetti di messa alla prova e misure alternative al carcere con i Tribunali di Catania e, da ultimo in queste settimane, proprio a Siracusa.
“Siamo consapevoli dell'importanza che riveste il volontariato nella vita delle nostre comunità e dei valori che veicola. Forti di questa convinzione abbiamo accolto in questi anni circa 10 giovani che abbiamo integrato al 100% nelle attività della nostra associazione. Abbiamo gestito progetti da 6 a 24 mesi e non abbiamo mai avuto alcuna difficoltà. Abbiamo ricevuto più di quanto abbiamo donato e siamo sicuri che abbiamo lasciato un segno indelebile nelle vite di questi ragazzi”.
Ed è così che Carmelo ci introduce alla storia di D.R. arrivato in associazione all’età di 19 anni per scontare la pena relativa ad un piccolo reato: “Si è da subito inserito nel gruppo e ha seguito con impegno e interesse le nostre attività - racconta il presidente della R.O.S.S. - Oggi ha risolto i suoi problemi con la giustizia e lavora proprio nel terzo settore in ambito sanitario”.
Continua poi con il ricordo di C.T. (22 anni), uno dei primi ragazzi ad essere accolti dalla R.O.S.S.: “Con i volontari ha sviluppato un rapporto personale intenso e sincero, tramite il servizio poi è emersa la voglia di riscatto. A distanza di qualche anno dalla fine del progetto ci ha invitato al suo matrimonio, oggi è papà di un bambino, si è specializzato e fa l’idraulico in un’azienda del Nord.”
La possibilità di frequentare un gruppo coeso e di respirare un’aria familiare ha aiutato e favorito il successo di questi progetti: “la messa alla prova contribuisce a sviluppare una cultura di solidarietà e inclusione sociale - conclude Carmelo Bianchini - grazie a questi progetti, possiamo trasformare qualche piccolo errore di gioventù in una possibilità di crescita personale e collettiva”.